L’arteriopatia periferica occlusiva, nella maggior parte dei casi dovuta ad ateriosclerosi obliterante, costituisce una patologia piuttosto frequente in pazienti di età superiore ai 40 anni, raggiungendo il massimo di incidenza tra il sesto ed il settimo decennio di vita. Fattori di rischio sono l’ipertensione, il diabete, il fumo e l’ipercolesterolemia.
Essa si manifestano con sintomi quali dolore da sforzo (claudicatio), dolore a riposo, affaticamento muscolare, crampi e segni caratterizzati da pallore, cianosi e ipotermia dell’arto, aspetto lucente della cute, lesioni trofiche e ulcerative.
Il trattamento si basa su misure di supporto, terapia farmacologica (antiaggreganti piastrinici, anticoagulanti, vasodilatatori, prostaglandine) e terapia chirurgica (rivascolarizzazione mediante angioplastica transluminale o ricostruzione vascolare chirurgica).
In circa il 20% dei pazienti qualsiasi approccio terapeutico convenzionale, sia medico che chirurgico, si dimostra inefficace.
La stimolazione del midollo spinale (SCS) costituisce una valida alternativa terapeutica per il trattamento di questi pazienti: vari studi hanno infatti dimostrato che essa migliora la microcircolazione, riducei il dolore e permette il controllo o la guarigione delle ulcere trofiche.

Indicazioni

Sono quindi candidati al trattamento con SCS i soggetti affetti da arteriopatia periferica occlusiva con dolore da sforzo (claudicatio intermittens), dolore a riposo soprattutto notturno senza lesioni cutanee ischemiche, dolore a riposo con lesioni cutanee ischemiche non gangrenose in cui sia la terapia medica che quella chirurgica si sono dimostrate inefficaci od impraticabili.

Impianto

Il sistema di neurostimolazione midollare è costituito da un elettrocatetere quadripolare, da un generatore di impulsi e da un programmatore telemetrico.
L’impianto viene effettuato in due tempi, ambedue praticati in anestesia locale.
Nella prima fase viene introdotto un elettrocatetere quadripolare nello spazio epidurale, con tecnica percutanea mediante un ago di Thuoy e sotto controllo fluoroscopico; lo stesso viene collegato temporaneamente, con una sottile estensione per cutanea, ad uno stimolatore esterno e il paziente viene sottoposto ad un periodo di stimolazione di prova di durata variabile (2-3 settimane).
Durante tale stimolazione se l’elettrocatetere è stato piazzato correttamente il paziente avvertirà lungo l’arto ischemico una parestesia (formicolio).
Se durante tale periodo di prova il risultato ottenuto è soddisfacente (riduzione di almeno il 50% del dolore e migioramento delle lesione trofiche) si passa alla seconda fase che consiste nel collegare l’elettrocatetere, tramite una prolunga sottocutanea, ad uno generatore di impulsi impiantato in una tasca sottocutanea in fossa iliaca sinistra.
Il sistema viene poi programmato in modo non invasivo per mezzo di un apposito programmatore telemetrico.
Al paziente viene consegnato un piccolo programmatore portatile mediante il quale egli stesso può avviare o spegnere lo stimolatore e modificare l’intensità di stimolazione all’interno delle limitazioni poste dal medico.
Il neurostimolatore dovrà essere sostituito nel giro di 5-6 anni perché le batterie si scaricano. L’intervento di sostituzione viene condotto anch’esso in anestesia locale ed è estremamente breve.

Efficacia

Percentuale di successo intorno all’80% per quanto riguarda il controllo del dolore e del 50-60% per quanto riguarda il miglioramento o la guarigione delle lesioni ulcerative.
Per molti pazienti questi risultati hanno rappresentato un reale miglioramento della qualità di vita, consentendo la ripresa di attività che erano stati costretti ad interrompere.